LA VILLA DEL POGGIO IMPERIALE (educandato della Santissima Annunziata)
L'esterno della Villa La sala dedicata al Corso
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La storia
della Villa del Poggio Imperiale La villa, già residenza medicea e lorenese, fu destinata dal re Vittorio Emanuele nel 1865 a collegio femminile; le esigenze legate alla destinazione quale sede scolastica e del convitto hanno permesso la salvaguardia dei caratteri architettonici principali dell'immobile, a tutt'oggi conservato anche con gran parte degli arredi originali negli ambienti monumentali. |
Nel gennaio 2004 è stato
formalizzato l'uso gratuito e perpetuo della proprietà demaniale
all'Educandato della SS. Annunziata, mentre gli spazi scolastici sono di
pertinenza della Provincia di Firenze. La villa del Poggio Imperiale è nota soprattutto per la facciata che evidenzia forme neoclassiche nel piano nobile, costituito da una loggia a semicolonne di ordine ionico e arcate chiuse da vetrate, sormontata da un frontone. Questo intervento operato dall'architetto Giuseppe Cacialli nel 1814 definì e completò il preesistente porticato centrale in bugnato a cinque arcate del piano terreno, già realizzato da Pasquale Poccianti (1807) sulla precedente facciata settecentesca dell'architetto Giulio Parigi. Un immobile risultava individuato catastalmente quale "casa da signore" di proprietà Baroncelli già ai primi del Quattrocento; divenne successivamente proprietà Pandolfini e poi Salviati, fino al 1564 quando Cosimo I dei Medici lo acquisì a seguito di confisca. Lo sviluppo delle forme architettoniche della villa è stato legato in modo determinante alla presenza femminile: da Isabella dei Medici all'arciduchessa Maria Maddalena d'Austria che la denominò "Poggio Imperiale" con un editto del 1624, a Vittoria della Rovere. Nel periodo lorenese , si devono a Maria Luisa gli importanti lavori di ingrandimento e abbellimento realizzati nella seconda metà del Settecento. Successivamente, Maria Luisa di Borbone ed Elisa Baciocchi commissionarono gli interventi di carattere neoclassico. La villa si articola intorno a tre cortili, quello centrale secentesco e i due grandi cortili neoclassici, entrambi realizzati in sostituzione dei precedenti giardini progettati dal Parigi. Il cortile di destra (1776) ha sostituito il "Giardino dei fiori", e quello di sinistra (1768/71) il "Boschetto degli aranci". L'impianto secentesco del piano terreno dovuto all'intervento del Parigi ( dal 1622) è tutt'ora evidente oltre che nel suddetto cortile centrale anche negli ambienti disposti lungo l'asse frontale. Degne di nota soprattutto le sale affrescate del lato destro, originariamente ad uso di Anticamera e Camera da letto del Granduca, la Sala delle Udienze e l'Anticamera della Granduchessa Maria Maddalena d'Austria , e lo Studiolo di Cosimo II. L'architetto Gaspare Maria Paoletti tra il 1766 ed il 1783 attestò sul precedente edificio i locali articolati attorno ai due grandi cortili centrali (tra cui la Sala dei Putti, la Segreteria del Granduca, la Sala delle Stagioni, la Sala di Diana e la Sala detta di Ercole) e realizzò la facciata posteriore. Successivamente, l'architetto Cacialli completò la facciata principale
e costruì i due avancorpi simmetrici realizzando nell'ala ovest la
cappella neoclassica, preceduta dal loggiato e dal vestibolo. |
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